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AIDS

AIDS 

Un male oscuro a lungo sottovalutato   

 

di Guerrino Iacopini

 

Pubblicato su Profili Italia anno III numero 2, marzo 2010

(clicca sull'immagine per leggere questo articolo nella versione editoriale)


Di Aids si parla poco, sempre meno. Ma il pericolo è sempre in agguato. Gli anni ‘80 sono stati quelli della grande paura, poi con il passare del tempo il timore si è attenuato e le difese si sono abbassate, fi no a credere che il problema non esista più o che il male sia stato vinto. Niente di più errato: il virus HIV continua ad infettare e a mietere vittime, anzi. Dal 2007, in tutto il mondo i contagiati sono di nuovo in aumento, dopo anni che si registrava una continua diminuzione. Segno che si è trascurata la prevenzione. Ogni giorno in Italia 11 persone sono infettate dal virus HIV, il 20%, pensate, solo a Milano. Il capoluogo lombardo detiene il triste record di città italiana con il maggior numero di sieropositivi. Il primo motivo di contagio oggi sono i rapporti sessuali non protetti, venti anni fa, invece, l’infezione avveniva soprattutto per lo scambio, tra tossicodipendenti, di siringhe sporche di sangue. Infatti, il virus dell’AIDS si trasmette esclusivamente tra gli esseri umani, tramite il sangue, lo sperma, il liquido preseminale dell’uomo (quella gocciolina sul glande che compare molto prima dell’eiaculazione), le secrezioni vaginali della donna e il latte materno. Per colpire, deve farsi strada nell’organismo tramite mucose interne o ferite aperte anche leggermente. La saliva, il sudore o le lacrime non contengono abbastanza virus attivo da consentire un eventuale contagio. Ma in caso di rapporti sessuali non protetti con una persona sieropositiva, può bastare una volta. La scomparsa dei valori di base, dell’integrità, della rettitudine personale e della fedeltà coniugale ha portato gli individui a una mondanità dissoluta, dove per fare sesso (senza protezione) basta che due sguardi sorridenti si incrocino. Tutto ciò fa sì che i tossicodipendenti, che una volta erano la categoria più a rischio, oggi sono i più rigorosi nella prevenzione e quindi riescono a salvarsi o a curarsi in tempo, mentre chi ha rapporti sessuali col primo che capita non pensa minimamente al pericolo che corre, e non si rende conto di essere sieropositivo se non quando si manifestano i gravi sintomi del male. Il 60% dei malati, infatti, scopre di esserlo solo quando gli viene diagnosticata l’Aids, in altre parole la malattia vera e propria. E fi n quando non ne prende coscienza, contagia a sua volta tutti i partner occasionali con i quali fa sesso; questi, altri ancora, innescando una catena inarrestabile. La maggior parte dei giovani non sa il preservativo, più per superficialità e sfrontatezza che per cattiva informazione. Nel mondo sono più di 33 milioni i sieropositivi, e da quando è venuto alla luce, questo male ha ucciso più di 25 milioni di persone. La medicina attuale non è riuscita a debellare il virus, ma i farmaci “antiretrovirali” riescono ad evitare che degeneri e si espanda, trasformando la malattia da mortale a cronica, e ciò ha allungato notevolmente la vita dei malati. Ma molti si domandano: in una società dove a prevalere è il “Dio Denaro”, l’immoralità, dove alla base di ogni scandalo emergono sempre più spesso mariti fedifraghi, prostitute, transessuali e casalinghe zoccole, dove l’etica sembra orientata solo all’incetta di soldi, sesso e droga, sarà mai possibile eliminare un male tanto tremendo e spaventoso? Secondo il mio modesto punto di vista, come tutti i mali, alla fi ne anche questo sarà sconfitto, ma nel frattempo l’arma migliore è una sola: “La prevenzione”. Mentre per i valori di base, l’etica e la moralità non c’è più speranza che tornino a prevalere nella nostra società.

 

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