logotype
login |  register

Capitalismo oggi

Capitalismo oggi

Si spera in un domani migliore

 

di Guerrino Iacopini -

 

 Pubblicato su Profili Italia anno I I numero 2, marzo 2009


(clicca sull'immagine per leggere questo articolo nella versione editoriale)

 

Dal 1848, cioè da quando fu pubblicato a Londra il “Manifesto del partito comunista” di Karl Marx, il capitalismo ha superato una decina di crisi, dal crack del 1929 al marasma attuale. Ogni volta si è detto che era in prossimità della sua fine e che sarebbe stato sostituito da un altro sistema economico. Non solo questo non si è verificato, ma si è dimostrato che le crisi sono servite a modernizzarlo e a fargli acquisire nuovi significati secondo l’epoca storica. La prova sta nel fatto che il capitalismo di oggi è privo sia della borghesia sia del proletariato, cioè delle due classi indispensabili all’idea marxista, che avrebbero dovuto portare alla rivoluzione e di conseguenza al comunismo. Questo superamento, però, ha fatto sì che il capitalismo attuale producesse un liberismo senza regole, che sta causando problemi in tutto il mondo, sia in quello industrializzato sia nei Paesi in via di sviluppo, minando la sicurezza e la democrazia di gran parte del Pianeta. L’anarchia imperante nel mondo dell’economia e della finanza ha stravolto lo scopo originale di questo sistema economico, che era quello di arricchire in modo oggettivo i popoli, e aumentare di conseguenza la loro felicità. Quando abbiamo sostituito la “sacralità dell’uomo” con il “Dio denaro” e costretto la nostra vita alla ricerca forzata della “Ricchezza”, abbiamo assistito all’irresponsabilità del capitale, che ha cancellato l’etica e la morale dal mercato, portando ingiustizia nella distribuzione del benessere. La sperequazione ha creato a sua volta immensa ricchezza a pochi e infinita povertà a molti. Consapevoli che il capitalismo e il mercato rimangono al momento i soli sistemi per produrre ricchezza, dal momento che gli altri sono miseramente falliti o si sono convertiti a esso, occorre cambiare il sistema dominante e decadente che sta distruggendo le principali economie occidentali. La crisi contagia proprio quei sistemi finanziari che non hanno più alcuna attinenza con l’economia reale, mentre tutto ciò che è orientato allo sviluppo e non alla massimizzazione dei profitti, è completamente immune dall’attuale cataclisma finanziario. Uscire dalla logica del profitto può ricondurci sulla giusta via. L’ha dimostrato Muhammad Yunus, docente bengalese di economia, fondatore della Grameen Bank, “la banca dei poveri”, che in 26 anni di attività ha erogato prestiti per circa 7,5 miliardi di dollari ai suoi 8 milioni di clienti, i più poveri al mondo. Quello che Yunus è riuscito a fare si dimostra essere un valido modello creditizio di lotta alla povertà anche nelle economie a forte sviluppo. Il social business lanciato dal professore indiano è l’esempio che la micro finanza non può prescindere da una grande etica, che riporti l’uomo al centro di ogni cosa, evitando la sua esclusione sia finanziaria che sociale dalla vita di ogni giorno, aumentando così la sua felicità e realizzando al contempo lo scopo del capitalismo moderno. Se dall’altra parte del mondo esistono iniziative etiche lodevoli, a casa nostra negli ultimi anni il sistema finanziario è stato scosso da numerosi scandali: i bond argentini, il Banco Ambrosiano, Cirio, Parmalat fino ad arrivare all’Alitalia. Tanti terremoti che hanno gettato sul lastrico decine di migliaia di famiglie, senza mai vedere nessuno pagare per questo. Ogni volta è stato messo sotto accusa il sistema bancario, che tranquillamente se ne è disinteressato. La crisi dei mercati finanziari spinge a pensare che qualcosa non funziona più. Molti sostengono che il sistema è malato e i più preoccupati sono i risparmiatori, i consumatori e i cittadini, che si chiedono se regole e valori esistano ancora e se ci sono speranze per il futuro. Un futuro che non può più prescindere da un’etica della finanza e dell’economia. Perché o si va verso un capitalismo umano o si va verso il declino dell’intero Pianeta.

LEGGI ANCHE GLI ARTICOLI CORRELATI ELENCATI SOTTO

(Vietata la riproduzione anche parziale degli articoli) ©