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La fine di un incubo

La fine di un incubo

Negli USA finalmente una sanità per tutti

 

di Guerrino Iacopini

 

Pubblicato su Profili Italia anno III numero 2,marzo 2010

(clicca qui per leggere questo articolo nella versione editoriale)

 

Nella notte che ha segnato il passaggio dall’inverno alla stagione più mite dell’anno, negli Stati Uniti d’America, il Congresso, sotto la guida ostinata di Nancy Pelosi, dopo una maratona interminabile, dopo tante controversie, ostacoli e clamorosi cambiamenti di fronte, con 219 voti favorevoli (tutti democratici, senza neanche un voto repubblicano) e 212 contrari, ha approvato il provvedimento che permette l’assistenza medica a 32 milioni di americani che ne erano sprovvisti e portato questa nottata nella storia. Obama è riuscito dove, da oltre un secolo, tutti i presidenti americani erano stati sconfitti: l’eliminazione della più grande ingiustizia sociale compiuta nei confronti degli americani più deboli e bisognosi. Questa riforma rende accessibile una copertura assicurativa al 95% dei cittadini non anziani, espandendo il servizio “Medicaid” (un programma federale sanitario che provvede a fornire aiuti agli individui e alle famiglie con basso reddito salariale) e offrendo benefi ci fi scali senza i quali molte persone non potrebbero permettersi un’assicurazione. Il servizio per i cittadini indigenti sarebbe esteso a tutti quelli che superano la soglia di povertà a livello federale, in altre parole circa 29 mila dollari l’anno per una famiglia di quattro persone. Per il presidente Barack Obama si tratta di una vittoria importantissima, perché con essa comincia a vedere realizzate le sue idee, ispirate a un cambiamento reale degli USA. Bambini che soffrivano di malattie congenite che l’assicurazione non copriva e che quindi non potevano essere curati, da oggi sono per legge coperti dall’assicurazione e quindi potranno curarsi. Lavoratori che cambiando posto di lavoro, rischiavano di perdere l’assicurazione, da oggi sono obbligatoriamente tutelati contro i rischi d’infortuni e malattie. La riforma costerà alle casse americane 940 miliardi di dollari in 10 anni e rivoluzionerà i metodi assistenziali degli ospedali e delle assicurazioni. Dopo appena quattordici mesi alla Casa Bianca, Obama ha ottenuto un risultato importantissimo per i cittadini del suo Paese, precluso a molti presidenti prima di lui. Roosevelt, Truman, e persino Bill Clinton, avevano provato in un secolo a far passare una legge sanitaria nazionale, ma le potentissime lobby farmaceutiche e assicurative erano sempre riuscite a impedire che fosse approvata, ovviamente per tornaconti economici propri. Adesso una cosa è certa: mentre l’industria della salute e le assicurazioni usciranno trasformate, gli esclusi, ovvero quelle persone che non ce la fanno a tirare avanti e hanno bisogno di aiuto, saranno riportate dignitosamente dentro il sistema. Per questo motivo, la nuova legge, nell’impedire gli abusi disumani delle compagnie di assicurazione, consentirà all’America di compiere un grande salto in avanti nell’affermazione dei diritti sociali. Per Obama è la fi ne di un incubo durato 14 mesi: con questa riforma aveva messo in gioco tutto il suo futuro politico; ma anche per 32 milioni di americani si sta dissolvendo l’ombra di un capitalismo sanitario che accumulava ingenti profitti sulle proprie sofferenze.

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