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Lacrime e sangue

 Lacrime e sangue  

Ma solo per  dipendenti pubblici e pensionati

 

di Guerrino Iacopini

 

Pubblicato su Profili Italia anno III numero 5 giugno 2010

(clicca qui per leggere questo articolo nella versione editoriale)


In conferenza stampa, Tremonti e Berlusconi, dopo l’ok del Consiglio dei Ministri al decreto legge sulla manovra finanziaria 2011-2013 da oltre 24 miliardi di euro, difendono il provvedimento economico, rilevando soddisfatti che taglia le spese inutili “senza toccare le tasche degli italiani”. Le tasche no, ma le buste paga dei lavoratori onesti si! Infatti, la finanziaria prevede il blocco delle retribuzioni degli statali per tre anni e il pagamento, da parte dello Stato, della loro liquidazione (TFR) a rate, sempre in tre anni. Eh no, questo non va bene! Primo, perché le retribuzioni degli statali sono le più basse in Europa, inferiori persino a quelle di Grecia e Spagna, pur avendo noi un PIL nettamente superiore. Secondo, perché nessun lavoratore statale onesto trova un pirla che a sua insaputa gli versa novanta assegni per pagargli il mutuo, e pertanto fa affidamento sui rinnovi contrattuali per tirare a campare. Già, ma forse Tremonti e Berlusconi quando parlano di non mettere le mani in tasca agli italiani non si riferiscono a loro. Forse quelli che i due leader considerano italiani e a cui pertanto non leveranno un solo euro, sono gli stessi che avevano portato illegalmente all’estero novanta miliardi di “eurucci” e che, se ci avessero pagato sopra le tasse (42%), avrebbero fruttato alle casse dell’Erario 37,8 miliardi di euro. Allora sì che non ci sarebbe stato bisogno di questa finanziaria, e neanche di quella dopo e di quella dopo ancora. Ma quelli sono gli amici degli amici, come si possono chiedere i soldi a loro? A proposito di soldi, sul “Sole 24 Ore” on-line del 15 marzo 2010, nell’articolo “Tremonti, il più povero dei ministri” si legge che il Ministro dell’economia risulta avere un reddito imponibile di 39.672 euro, inferiore persino a quello di un impiegato pubblico, mentre l’anno precedente lo stesso dichiarava 4,5 milioni di euro. Eh no, caro ministro, noi non siamo autorevoli economisti come lei, però, a naso, i suoi conti proprio non ci tornano, le sue soluzioni, proprio non ci piacciono e ai suoi annunci proprio non crediamo. Ritornando alla manovra economica, bisogna però onestamente dire che l’opposizione non ha minimamente indicato, dal canto suo, quali sarebbero state le misure più opportune per affrontare la crisi. Ormai tutti hanno compreso che non esistono più frangiflutti nella politica, tutti sono sulla stessa barca che inesorabilmente naviga, senza fermarsi mai, verso l’isola del tesoro, dove i beni preziosi sono il sudore e i sacrifi ci di noi altri. Perché non si cancellano le Provincie e tutti quegli enti inutili che altro non sono che carrozzoni per burocrati? Perché non si eliminano le oltre 600.000 auto blu, che costano 2,1 miliardi di euro e c’è già una legge che le vieta? Perché non si comincia a far pagare il dovuto pure a banche e assicurazioni? A detta di molti, questo è solo un intervento improvvisato, per tirare a campare, tant’è che è stato etichettato come insostenibile da Regioni e Comuni. Provvedimenti destinati a far cassa nel breve periodo, ma a non cambiare nulla nel lungo termine. Nonostante abbia ricevuto il parere favorevole dall’Ue, la finanziaria non contiene interventi strutturali capaci di metterci al sicuro nel futuro dal rischio Grecia. Come al solito le grandi rendite finanziarie neanche questa volta saranno toccate, mentre Regioni e Comuni dovranno tagliare servizi o aumentarne notevolmente i  costi, che ricadranno inevitabilmente sulle persone più disagiate. La politica ha trasformato ogni cosa in un pozzo dove attingere risorse per disegni economici estranei al benessere del Paese. Per questo io, invece di tagliare quell’insignificante eccedenza a deputati e senatori, avrei iniziato a dimezzare le loro poltrone. Chi di voi la pensa diversamente?

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