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Il politico che pagò per tutti


Il politico che pagò per tutti

Ricordo di Craxi a dieci anni dalla scomparsa

 

di Guerrino Iacopini

 

Pubblicato su Profili Italia anno III numero 1 gennaio/febbraio 2010

(clicca quì per leggere questo articolo nella versione editoriale)

Alle ore 17,00 del 19 gennaio 2000 moriva l’ultimo leader socialista italiano. Fu il primo esponente del Garofano a ricoprire nella storia repubblicana la carica di Presidente del Consiglio dei ministri, in due governi consecutivi dal 4 agosto 1983 al 17 aprile 1987. E’ stato uno dei più importanti uomini politici nella storia della “Prima Repubblica” ma anche il più perseguitato dalle indagini di “Mani Pulite”. Venne condannato e fuggì ad Hammamet in Tunisia, dove passò gli ultimi anni lontano da affetti e amici, soffrendo e morendo da latitante. Per i giudici di Mani pulite e per alcuni italiani Bettino era il peggiore dei banditi nostrani, per altri è stato un grande statista trasformato nel capro espiatorio di un sistema insaziabile, dove alla tavola apparecchiata sedevano e si abbuffavano proprio tutti. Mentre alcuni giudici si accanivano contro Bettino Craxi e lo condannavano a pene per oltre 18 anni di galera e 20 miliardi di multa, altri magistrati archiviavano gli stessi reati  per gli amici del PCI o PDS, come quando D’Alema intascò un finanziamento illecito per il Pci, confessò, e non fu arrestato né condannato grazie alla prescrizione del reato. Era il 1994 quando il pubblico ministero pugliese Alberto Maritati indagava su un finanziamento illecito erogato (tramite assegno) dal patron delle Cliniche Riunite di Bari, Francesco Cavallari, a Massimo D’Alema. Nel giugno del 1995 quel processo fu archiviato per decorrenza dei termini di prescrizione su richiesta dello stesso Maritati. E’ bene ricordare che proprio lui fu candidato (per volontà di D’Alema) alle elezioni integrative del giugno 1999 (si era liberato un seggio senatoriale dopo la morte di Antonio Lisi). Maritati divenne Sottosegretario all’Interno nel governo presieduto dallo stesso D’Alema e ancora oggi siede al Senato nelle fi a del Partito Democratico. Di Craxi non si è mai smesso di parlare, c’è chi vorrebbe dedicargli una strada e c’è chi si oppone, chi lo considera un delinquente e chi un grande uomo politico. Ma una cosa è certa: la sua morte ha spazzato via tutta la sinistra italiana. Chi aveva sperato che eliminando lui e il Partito Socialista, gli ex comunisti potessero diventare il nuovo modello politico di sinistra, ha sbagliato i suoi calcoli. Gli ex comunisti, che oggi si fanno chiamare socialisti, di socialista non hanno proprio niente e per questo motivo non riescono a rappresentare più nessuno, né a sentire le necessità della gente e a gestire la cosa pubblica per il bene di tutti. Nell’ultimo ventennio non si è fatto altro che lottare per la conquista delle poltrone che contano, infischiandosene della gente. Per questo oggi la politica è enormemente distante dalle persone, specialmente le più deboli. Di Craxi voglio ricordare i provvedimenti economici del suo governo che dal 1983 al 1987 ridussero l’infl azione dal 16 al 4%, accelerando lo sviluppo dell’economia italiana, seconda soltanto a quella giapponese. I salari crebbero più dell’infl azione e il reddito nazionale e quello pro-capite superò quello della Gran Bretagna, facendoci diventare il quinto Paese industriale più ricco e avanzato al mondo. Desidero ricordare alcune sue intuizioni, come la lira pesante, un progetto per la parità uno a mille della valuta, miseramente fallito, mentre dell’uno a duemila di Prodi ne stiamo ancora pagando le conseguenze. Tutti, posteri compresi. Ricordo ancora la spaccatura sindacale di quel tempo con UIL e Cisl da un lato e la CGIL, isolata, dall’altro; e il discorso che tenne proprio alla CGIL dove accusò gli industriali di voler “lucrare senza pagare”,  ricevendo dalla platea sindacale un caloroso applauso per una presa di posizione che riunificava di fatto il mondo sindacale. E la speranza, questa volta, non veniva dal Partito Comunista. Ricordo la crescita di consenso per il PSI e il rispetto che il partito andava ottenendo. Ricordo la politica estera e la considerazione che le altre nazioni avevano di noi. Ricordo il discorso che Craxi tenne alla Camera il 3 luglio del 1992 dove affermava che tutti i partiti avevano bisogno di denaro ottenuto illegalmente per finanziare le proprie attività, e lo ricevevano. Già, proprio così. Tutti i partiti avevano le mani sporche, ma a pagare fu un solo uomo, al quale attribuirono la responsabilità di tutte le malefatte e le porcherie del regime, costringendolo all’esilio per espiare colpe non solo sue. La devastazione politica e umana di Bettino Craxi ha annientato le speranze che il popolo riponeva nella politica; le vergogne e l’immoralità della Seconda Repubblica ne sono una dimostrazione lampante.

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